
La prima lettura di questa domenica è particolarmente ricca; il profeta Isaia utilizza parole così forti e cariche di speranza, che saranno poi proclamate da Gesù nella sinagoga di Nazaret (cfr. Lc. 4, 18-19).
E' lo stesso Gesù colui che è stato mandato a "portare il lieto annuncio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi". Egli annuncia all'umanità che Dio è Padre, ed è Padre per tutti; che ama di amore infinito ciascuno di noi, sempre pronto ad aiutarci nelle difficoltà. Ma, se Lui è Padre, significa che noi siamo fratelli: non perchè cristiani, ma tutti insieme - popoli del mondo - siamo la sua famiglia.
Gesù è venuto a fasciare le piaghe della nostra umanità ferita, a curare le sofferenze che molte volte ci procuriamo da soli a causa della nostra testardaggine e del nostro egoismo. E' venuto a ridonarci fiducia e speranza, prima di tutto in noi, nelle nostre capacità, nella nostra buona volontà di bene. E' venuto a farci capire che non siamo soli in questo pellegrinaggio terreno, che Lui è sempre accanto a noi. Che bello!
Gesù è venuto a portarci l'amore del Padre e, per questo, toglie da noi gli ostacoli - i peccati - che non ci permettono di stare con Lui, di vivere in Lui.
Grandi cose il Signore compie per noi e queste sono motivo di gioia da parte nostra. A Lui la nostra riconoscenza, unitamente al nostro impegno costante nel vivere alla ricerca della volontà del Padre su di noi, per saper affrontare il quotidiano con la saggezza del cuore.
Il Signore è vicino, non temiamo!