21 giugno 2018

Celebrare nello spazio 3

DALLA BASILICA ALLA CHIESA TRIDENTINA

Dalla fioritura delle prime basiliche cristiane (secoli IV-VI) alla celebrazione del concilio di Trento (1545-1563) scorrono circa undici secoli. È un lungo periodo in cui il luogo di culto cristiano è sottoposto a innumerevoli cambiamenti. Alla base di tali modificazioni si possono riscontrare due motivi principali.
Il primo è legato al continuo rinnovarsi della teologia e della prassi celebrativa, il secondo alle variazioni di gusto artistico e architettonico.
La basilica, fino al IX-X secolo circa, risponde a precise intuizioni ed esigenze teologico-celebrative.
È uno spazio al quale viene conferita una sempre più chiara connotazione simbolica nella sua architettura globale (ad esempio la pianta a forma di croce ottenuta dal transetto che interseca la navata) come anche nella disposizione delle strutture interne (la posizione dell’altare, dell’ambone, della sede presidenziale; la realizzazione di locali annessi per la celebrazione del battesimo, per la custodia dei vasi sacri e delle offerte per l’eucaristia) ed esterne (i primi campanili sorgono attorno al V secolo e i cimiteri adiacenti le chiese sono in certo modo legati all’antichissimo culto dei martiri). L’acquisizione di una dimensione simbolica del luogo di culto comporta una progressiva variazione del senso della struttura chiesastica: da "casa della comunità" tende ad essere concepita sempre più come "luogo sacro" abitato da Dio. Le decorazioni interne, realizzate con tecniche differenti (mosaici, dipinti e sculture) hanno uno scopo didattico. I cicli pittorici medioevali (si pensi ai famosissimi affreschi giotteschi delle basiliche di Assisi) sono vere e proprie catechesi bibliche, "narrazioni" di vite di santi, raffigurazioni di concetti teologici (ad esempio i grandi "giudizi universali").
A partire dal IX secolo si riscontra una profonda evoluzione delle forme celebrative. Iniziano i tempi della fissazione dei testi liturgici.
I cicli pittorici medioevali (si pensi ai famosissimi affreschi giotteschi delle basiliche di Assisi) sono vere e proprie catechesi bibliche, "narrazioni" di vite di santi, raffigurazioni di concetti teologici (ad esempio i grandi "giudizi universali"). A partire dal IX secolo si riscontra una profonda evoluzione delle forme celebrative. Iniziano i tempi della fissazione dei testi liturgici.
La celebrazione acquisisce una più marcata dimensione verbale e spettacolare. Contemporaneamente si assiste ad un crescente individualismo liturgico-devozionale. Tale situazione determina l’"eclissi dell’assemblea liturgica" e la "clericalizzazione" delle celebrazioni.
La celebrazione eucaristica viene "applicata" secondo un’intenzione particolare espressa dal singolo fedele: per uno o più defunti, per chiedere una grazia speciale, per ringraziamento, in onore di un santo… Ciò determina una mutazione significativa: si rinuncia all’unicità dell’altare (simbolo di un solo Cristo e di un solo sacrificio) nello stesso edificio, e in numero sempre crescente ne vengono realizzati nelle navate e nel transetto.
Il presbiterio fu modificato per accogliere i sedili per la recita dell’Ufficio da parte dei monaci o dei canonici. Vennero realizzate strutture (talvolta anche dei muri) che segnassero una netta divisione tra navata e presbiterio.
Si arriva così ai tempi della riforma luterana e al Concilio di Trento.
La reazione cattolica alla dottrina protestante che poneva in crisi tutta la prassi dei sacramenti trovò le sue concretizzazioni non solo nelle definizioni dottrinali ma anche in un "rinnovamento" liturgico. Il Messale di Pio V (del 1570) divenne l’opera più significativa. Le chiese tridentine convergono verso il grande altare nel quale non solo si celebra l’eucaristica ma si conservano anche le specie eucaristiche. Il luogo di culto è concepito esclusivamente come il "luogo in cui è presente la divinità", un "monumento dedicato a Dio".
La riaffermazione della dottrina sacramentaria è a discapito del valore della proclamazione della Parola. Non è più necessario l’ambone che viene sostituito da un leggio mobile. Il grande pulpito è la sede in cui, soprattutto al di fuori dei momenti celebrativi, si pronunciano i "sermoni dottrinali".
Si realizzano, inoltre, delle strutture apposite per la celebrazione del sacramento della penitenza (confessionali).
L’arte barocca ha contribuito a completare l’opera. Dipinti e sculture attribuiscono agli ambienti un’aria fastosa che conduce i fedeli verso il punto più importante della chiesa: il tabernacolo.
Nei secoli successivi, fino al Concilio Vaticano II, pur variando l’aspetto artistico e architettonico delle chiese, il riferimento liturgico-dottrinale continuò ad essere quello del Concilio di Trento.