Papa Francesco, a sorpresa - durante la celebrazione penitenziale di venerdì - ha annunciato l'indizione di un Giubileo straordinario sulla Misericordia. Con il senno di poi, la notizia non sorprende più di tanto, giacché il Papa si è sempre espresso molto sul tema del perdono e sicuramente farà molto bene a tantissime persone. Bisogna però stare molto attenti a non strumentalizzare l'evento, che ha già assunto un impatto mediatico molto forte.
Che la misericordia di Dio sia un dono per tutti è fuori dubbio; che sia un diritto di ciascun fedele, anche. Da parte del penitente però non deve diventare motivo per rimproverare al confessore un possibile mancato perdono. Mi spiego: se la richiesta di perdono è un diritto del penitente, il suo pentimento è un dovere richiesto come necessario affinché l'assoluzione dei peccati sia valida ed efficace. Solamente se il peccatore si accosta al sacramento della riconciliazione con il pentimento nel cuore di fronte alle sue colpe, anche se gravi, riceve e fa esperienza della misericordia di Dio.
Pertanto il Giubileo serve proprio a ridare dignità e serietà ad un sacramento che sembra ormai caduto in disuso, o vissuto con superficialità. A proposito, non dobbiamo dimenticare che, fin dai tempi di san Giovanni Paolo II, si affermava che il senso del peccato si stava affievolendo molto e in questi anni è quasi sparito del tutto. Ripeto: se non c'è vero pentimento, non sussiste la validità della riconciliazione; diventa una burla!
Ben venga allora il Giubileo sulla misericordia, se aiuta i cristiani a prendere coscienza dell'importanza di questo dono per la Chiesa universale.