28 dicembre 2014

Santa Famiglia di Nazaret: famiglia per le famiglie

 
Festa della Santa Famiglia di Nazaret: Gesù, Maria e Giuseppe. Festa delle famiglie, quelle che nessuno conosce, quelle che non sono considerate da nessuno; quelle bistrattate e ridicolizzate.
Due cose, secondo me, abbiamo bisogno di re-imparare da queste persone importanti; la prima è il silenzio. Nelle nostre case c'è bisogno di silenzio, affinchè il clima sia sereno e felice; non perchè si parli continuamente, ma perchè c'è bisogno d'imparare ad ascoltarsi vicendevolmente. Il marito deve ascoltare ciò che dice la moglie e viceversa. I genitori devono ascoltare ciò che hanno da dire i figli e viceversa.
La seconda cosa importante è la fiducia: fondamentalmente io ascolto perchè mi fido, mi fido perchè amo. Tutto nasce dall'amore: non dal sentimento, ma dalla convinzione che, senza Dio nelle nostre vite e nelle vite delle nostre famiglie, non può esserci nè fiducia, nè ascolto.
Vogliamo imparare da Gesù, Maria e Giuseppe che la felicità non nasce dai beni materiali, ma dall'affetto che circola tra i componenti della famiglia stessa. 
Santa Famiglia di Nazaret, aiutaci a farci sempre più tuoi imitatori, per il bene nostro e della società intera.


24 dicembre 2014

Natale del Signore

Questa è la notte santa in cui le tenebre vengono squarciate dal suono lucente del vagito di un bambino: è Gesù, è Dio, nato dalla Vergine del sì e che si rivela ai lontani come il Principe della pace. Egli si rivela ai pastori di Betlemme i quali, a causa del loro lavoro, erano considerati ladri e peccatori; Egli si rivela ai lontani del mondo, raffigurati dai Magi venuti dall'Oriente.
Egli si rivela a noi e continua a ripeterci il suo amore, la sua amicizia, la sua confidenza.
GLORIA A DIO NELL'ALTO DEI CIELI
E PACE
AGLI UOMINI CHE EGLI AMA!!!
 
Sia un buon Natale di gioia per tutti. 

22 dicembre 2014

IV Domenica d'Avvento

Signore, ti lodo e ti ringrazio, perchè sempre compi meraviglie per noi! Nella prima lettura il re Davide desidera costruire una casa, il Tempio per il Signore; ma è lo stesso Dio che, parlando al profeta Natan, risponde al re: "Io farò una casa a te".                        Signore sei grande, sei buono; anzi, dirò di più: Signore sei bello!!! Nella tua fantasia, Signore sei bello; nelle tue sorprese, Signore sei bello perchè, per quanto ci diamo da fare per raggiungerti, Tu ci sta quattro passi avanti. E' Lui che prepara una casa per noi: costruisce le mura dell'amore perchè ci difendano e ci proteggano; costruisce il tetto della speranza, affinché non possa mai venire meno la nostra fiducia in Lui e nel suo aiuto.
Costruisce le porte e le finestre della fede, perchè il nostro sguardo sia rivolto sull'infinito; costruisce una caldaia affinché, nell'inverno delle nostre miserie e dei nostri peccati, ci possiamo riscaldare con la sua misericordia.
Il Signore costruisce una casa per noi, ogni giorno; Signore sei bello nella tua fantasia!
E nella pagina del Vangelo, mentre tutti sono preoccupati di servire Dio alla lettera, secondo le prescrizioni e le norme della Legge, Dio si prepara una casa che va fuori da ogni schema della legge, esula da ogni norma giuridica: Maria. All'annuncio dell'angelo, Maria non risponde di sì, ma accetta che Dio disponga di lei secondo il suo piacimento. Maria accetta di diventare la casa di Dio perchè, in precedenza, aveva accolto la casa che Dio aveva preparato per lei: aveva accolto il suo amore, la fede e la speranza, aveva accolto la sua misericordia.
Signore, tu sei il Dio delle nostre sorprese, riesci sempre a stupirci nel tuo amore. Per questo sei bello! Anche noi accogliamo la casa che il Signore desidera prepararci, affinché possiamo divenire a nostra volta, casa per Dio, la casa di Gesù dove viene a prendere dimora.  
 


16 dicembre 2014

Natale alle porte!

Molto presto sarà Natale: ancora avremo l'occasione di ricordare la nascita di Gesù.
Da domani inizia la novena di preparazione; i giorni dell'Avvento durante la novena sono molto intensi, carichi di festa e di gioia. Si sente crescere l'emozione dentro al cuore, perchè l'attesa è agli sgoccioli. Anche nella Liturgia delle Ore - la preghiera ufficiale della Chiesa - questi giorni adottano testi molto importanti; durante la preghiera dei Vespri (al tramonto del sole), l'antifona al Magnificat è chiamata antifona maggiore, perchè descrive l'arrivo del Signore con un titolo biblico specifico e diverso ogni giorno. Queste antifone sono anche chiamate "antifone O" perchè, nella forma latina, iniziano tutte al vocativo e, quindi, con la O. Dobbiamo ricordare che sono testi molto antichi e che per secoli la Chiesa li ha utilizzati per la preghiera e la meditazione.
Per l'appunto vengono cantate come antifone del Magnificat e come versetto alleluiatico del Vangelo nella Messa delle ferie maggiori dell'Avvento, dal 17 al 23 dicembre. E non finisce qui. Togliendo la O iniziale e prendendo la prima lettera della prima parola, dall'ultima antifona fino alla prima, si compongono le due parole ERO CRAS, che in latino significano "sarò domani": infatti, la sera del 24 dicembre inizia la veglia di Natale, che celebra la nascita del Salvatore.

13 dicembre 2014

III Domenica di Avvento

Carissimi, siamo ormai giunti alla III Domenica d'Avvento. Essa è anche definita "Gaudete", che significa  della gioia, particolarmente dedita alla gioia nel Signore: per questo è consentito utilizzare anche i paramenti rosacei.
La prima lettura di questa domenica è particolarmente ricca; il profeta Isaia utilizza parole così forti e cariche di speranza, che saranno poi proclamate da Gesù nella sinagoga di Nazaret (cfr. Lc. 4, 18-19).
E' lo stesso Gesù colui che è stato mandato a "portare il lieto annuncio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi". Egli annuncia all'umanità che Dio è Padre, ed è Padre per tutti; che ama di amore infinito ciascuno di noi, sempre pronto ad aiutarci nelle difficoltà. Ma, se Lui è Padre, significa che noi siamo fratelli: non perchè cristiani, ma tutti insieme - popoli del mondo - siamo la sua famiglia.
Gesù è venuto a fasciare le piaghe della nostra umanità ferita, a curare le sofferenze che molte volte ci procuriamo da soli a causa della nostra testardaggine e del nostro egoismo. E' venuto a ridonarci fiducia e speranza, prima di tutto in noi, nelle nostre capacità, nella nostra buona volontà di bene. E' venuto a farci capire che non siamo soli in questo pellegrinaggio terreno, che Lui è sempre accanto a noi. Che bello!
Gesù è venuto a portarci l'amore del Padre e, per questo, toglie da noi gli ostacoli - i peccati - che non ci permettono di stare con Lui, di vivere in Lui.
Grandi cose il Signore compie per noi e queste sono motivo di gioia da parte nostra. A Lui la nostra riconoscenza, unitamente al nostro impegno costante nel vivere alla ricerca della volontà del Padre su di noi, per saper affrontare il quotidiano con la saggezza del cuore.
Il Signore è vicino, non temiamo! 

12 dicembre 2014

8 dicembre 2014

L'Immacolata Concezione di Maria

 
Il dogma dell'Immacolata Concezione è uno dei dogmi della fede, secondo la professione della Chiesa Cattolica.
Ma cosa significa questa parola? Un dogma (dal greco δογμα, giudizio o decreto) di fede è un pronunciamento del Papa o di un Concilio in unione con il Papa, per definire espressamente una verità di fede. In questo caso, andiamo a leggere il pronunciamento del beato papa Pio IX:
" [...] dichiariamo, affermiamo e definiamo la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli."
Ringraziamo il Signore per questo grande dono che ha fatto alla Chiesa tutta; impariamo sempre più ad imitare la Vergine Maria nella sua accoglienza della Parola di Dio.  


7 dicembre 2014

50 anni di relazioni fraterne

"Un fatto storico e ricco di buoni auspici per il futuro": il patriarca Bartolomeo I ha salutato così l'arrivo di papa Francesco al Fanar, la sede del patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
Proprio come 50 anni fa, tra il beato Paolo VI e il patriarca Atenagora.
Il primate della Chiesa Ortodossa ha accolto il papa nella chiesa di San Giorgio per la preghiera ecumenica alla vigilia della festa di sant'Andrea Apostolo, patrono del patriarcato, motivo della visita del pontefice in Turchia.
E' la quinta volta che i due si incontrano: Bartolomeo I si è recato alla celebrazione di inizio pontificato di papa Francesco il 19 marzo del 2013 – la prima volta che un patriarca della chiesa di Costantinopoli si recava alla messa di inizio pontificato di un pontefice della chiesa latina -; successivamente è arrivato a Roma il 29 giugno 2013 per festeggiare la solennità dei santi Pietro e Paolo, patroni della chiesa di Roma; il 25 maggio di quest'anno si sono visti in Terra Santa per commemorare insieme lo storico abbraccio tra papa Paolo VI e Atenagora e l'8 giugno, sempre di quest'anno, per l'incontro in Vaticano di papa Francesco con i presidenti di Israele e Autorità palestinese per pregare insieme per la pace.

 
Buona permanenza, amato fratello in Cristo”, ha augurato
Bartolomeo I a papa Francesco la cui venuta in Turchia
testimonia la volontà “della Santissima Chiesa di Roma, di
proseguire il fraterno costante cammino con la nostra Chiesa
Ortodossa, per il ristabilimento della completa comunione tra
le nostre Chiese”. "La pace e la gioia che il mondo non può dare - ha affermato Papa Francesco -, il Signore l'ha promessa ai suoi discepoli ed è stata donata dal Risorto. Andrea e Pietro hanno  
ascoltato questa promessa e hanno ricevuto questo dono. Erano fratelli di sangue, l'incontro con Cristo li ha trasformati in fratelli
nella fede e nella carità. In questa sera gioiosa, in questa preghiera
vigilare, vorrei dire soprattutto: fratelli nella speranza".
Papa Francesco, dopo il discorso, ha chinato il capo e ha chiesto a
Bartolomeo: “La prego di benedire me e la Chiesa di Roma”. Il papa e il patriarca hanno recitato insieme in latino il “Padre nostro”, quindi papa Francesco ha impartito la benedizione in latino e il patriarca Bartolomeo ha fatto lo stesso in greco. 

6 dicembre 2014

II Domenica d'Avvento

Le letture di questa seconda Domenica d'Avvento sono a noi molto conosciute. Il nostro compito però è quello di saper leggere tra le righe ciò che il Signore vuole dirci... e a ciascuno rivela una cosa diversa.                                                                                       Diamo uno sguardo alla prima lettura: il profeta Isaia annuncia al popolo una notizia di gioia, la liberazione cioè del popolo d'Israele dalla schiavitù di Babilonia. E' terminato il tempo dell'afflizione e dell'angoscia, ed inizia il tempo della speranza, il tempo della rinascita. E tutto questo avviene per opera di Ciro, re di Persia, strumento nelle mani di Dio per liberare il suo popolo. Tutto il testo biblico "trasuda" di gioia, di letizia grande, di esultanza perchè il tempo della sofferenza è terminato: che bello! E questo clima di festa lo sentiamo anche noi quando, dopo un periodo non facile della nostra vita, finalmente iniziamo a tirare il fiato; finalmente tira un'aria diversa e si può tornare alla normalità.
Nel vangelo incontriamo la figura di Giovanni la quale, più che per la sua opera, colpisce maggiormente per il suo stile di vita ("era vestito di peli di cammello con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico"). Il suo modo di porsi di fronte al popolo era diventato l'annuncio più forte e denso di Dio; oggi lo definiremmo uno straccione, uno che non conta nella società. Farebbe parte di quella categoria di persone che papa Francesco definisce "scartate" dalla cultura odierna. La sua però non è una condizione sociale subentrata a causa di azioni fallimentari, piuttosto una scelta di vita. Sì, una scelta che preferisce la ricchezza di Dio che a quella materiale. Nella sua povertà, Giovanni annuncia la ricchezza di Dio, una ricchezza che è per tutti; egli è l'anello di congiunzione tra l'Antico e il Nuovo Testamento. In lui, tutti i profeti e i patriarchi d'Israele, vedono realizzarsi le promesse di Dio.
Noi oggi non viviamo una schiavitù sociale; siamo però costantemente in lotta contro la schivitù del peccato, delle nostre fragilità. Per questo, per "rivestirci di Cristo" (cfr. Gal. 3,27), abbiamo bisogno di preparare il nostro cuore e la nostra vita alla pace. Abbiamo bisogno di fare silenzio in noi perchè possiamo darci il permesso di ascoltarci: ascoltare i nostri bisogni più veri, più profondi, i nostri desideri di bene. Così facendo, potremo anche noi ripartire come l'antico popolo, rinnovati nel profondo e con una grande carica di speranza.  

 
 


5 dicembre 2014

Dio si fida ancora di noi!

Cari fratelli e sorelle,

questo nostro incontro si svolge nel clima spirituale dell'Avvento che ci conduce alle feste natalizie. Perciò oggi vorrei riflettere con voi sul Natale di Gesù, festa della fiducia e della speranza, che supera l'icertezza e il pessimismo. E la ragione della nostra speranza è questa: Dio è con noi e Dio si fida di noi!
Ma pensate bene a questo: Dio è con noi e Dio si fida ancora di noi. Egli viene ad abitare con gli uomini, sceglie la terra come sua dimora per stare insieme all'uomo e farsi trovare là dove l'uomo trascorre i suoi giorni nella gioia o nel dolore. Pertanto la terra non è più soltanto una valle di lacrime, ma è il luogo dove Dio stesso ha posto la sua tenda, è il luogo dell'incontro di Dio con l'uomo, della solidarietà di Dio con gli uomini.
La presenza di Dio in mezzo all'umanità non si è attuata in un mondo ideale, idilliaco, ma in questo modno reale, segnato da tante cose buone e cattive, segnato da divisioni, malvagità, povertà, prepotenze e guerre. Egli ha scelto di abitare la nostra storia così com'è, con tutto il peso dei suoi limiti e dei suoi drammi. così facendo ha dimostrato in modo insuperabile la sua inclinazione misericordiosa e ricolma di amore verso le creature umane. Il Natale di Gesù è la manifestazione che Dio si è schierato una volta per tutte dalla parte dell'uomo, per salvarci, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie, delle nostre difficoltà, dei nostri peccati.
Da qui viene il grande regalo del Bambino di Betlemme: Lui ci porta un'energia spirituale, un'energia che ci aiuta a non spofondare nelle nostre fatiche, nelle nostre disperazioni, nelle nostre tristezze, perchè è un'energia che riscalda e trasforma il cuore. La nascita di Gesù, infatti, ci porta la bella notizia che siamo amati immensamente e singolarmente da Dio, e questo amore non solo ce lo fa conoscere, ma ce lo dona, ce lo comunica!

4 dicembre 2014

Cos'è l'Avvento?

L'Avvento è un tempo vissuto nell'attesa della venuta del Signore. La prima parte è orientata all'annunciazione della venuta gloriosa di Cristo, la seconda (a partire dal 17 dicembre) è concentrata sulla nascita del Figlio di Dio, sull'Incarnazione del Verbo. Tempo di attesa e speranza, ma anche tempo di ascolto e riflessione sul Regno di giustizia e di pace inaugurato dalla venuta del Messia. Nella Bibbia, molti sono i riferimenti a questa attesa del Messia figlio di Davide; sentiamone alcuni: "Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo" (Eb 1,1-2). Cristo è il capitolo ultimo e conclusivo di tutta la storia della salvezza. In lui i tempi della pazienza di Dio (cf 1 Pt 3,20; Rm 3,25) hanno raggiunto la loro pienezza e si è potuto così manifestare come l’inviato del Padre, Verbo fatto carne, unto di Spirito Santo, ad annunziare la buona novella ai poveri, a risanare i cuori affranti (cf Is 61,1; Lc 4,18), “medico di carne e di spirito” (Ignazio di Antiochia), Mediatore tra Dio e gli uomini (1 Tm 2,5). Infatti la sua umanità, nell’unità della persona del Verbo, fu strumento della nostra salvezza. Per cui "in Cristo avvenne la nostra perfetta riconciliazione con Dio ormai placato e ci fu data la pienezza del culto divino" (Sacramentario Veronese 1265).

TROPPO TEMPO!

Carissimi, mi spiace essere stato lontano dal blog per così troppo tempo. Cercherò di rifarmi il più presto possibile. Intanto vi auguro un buon cammino d'Avvento. don Davide