19 maggio 2018

La Pentecoste quale espressione piena dell'Amore

"Quando verrà lui, lo Spirito della Verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future" (Gv. 16, 13).


Lo Spirito Santo: questa potenza di Dio che plasma e dà vita! Lo Spirito rigenera e risorge, guida ed irrobustisce. Proviamo allora ad addentrarci dentro all'espressione evangelica e a comprenderla maggiormente.
Partiamo dall'affermazione di san Giovanni nella sua Prima Lettera: "Dio è amore" (1Gv. 4, 16).
L'essenza di Dio è la carità, è l'amore: totale, continuamente eccedente; senza distinzione di persona, questo amore è per tutti. È l'amore che spinge il Padre a donare al mondo il Figlio; è l'amore che spinge il Figlio a portare la Buona Notizia ad ogni uomo; è l'amore che spinge ad accogliere, guarire, perdonare, ridonare fiducia e speranza.

Sant'Agostino, nella sua opera "De Trinitate" (Sulla Trinità), descrive molto bene e in maniera chiara la sua visione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo:
"Che è dunque l’amore o carità, tanto lodato e celebrato dalle divine Scritture, se non l’amore del bene? Ma l’amore suppone uno che ama e con l’amore si ama qualcosa. Ecco tre cose: colui che ama, ciò che è amato, e l’amore stesso. Che è dunque l’amore se non una vita che unisce, o che tende a che si uniscano due esseri, cioè colui che ama e ciò che è amato? È così anche negli amori più bassi e carnali, ma per attingere ad una fonte più pura e cristallina, calpestiamo con i piedi la carne ed eleviamoci fino all’anima. Che ama l’anima in un amico, se non l’anima? Anche qui dunque ci sono tre cose: colui che ama, ciò che è amato, e l’amore. Ci rimane di elevarci ancora e cercare più in alto queste cose, per quanto è concesso all’uomo di farlo. Ma riposiamo per il momento un po’ la nostra attenzione, non perché essa ritenga di aver trovato già ciò che cerca, ma come si riposa di solito colui che ha trovato il luogo in cui deve cercare qualche cosa; non l’ha ancora trovata, ma ha trovato dove cercarla. Che queste riflessioni ci bastino e siano come il primo filo a partire dal quale noi tesseremo il resto della nostra trama" (De Trinitate, VIII 10.4).
Anche in questo brano ci viene offerto un ulteriore chiarimento e che ci fa dire, con assoluta certezza, che lo Spirito Santo è amore.

Torniamo al nostro versetto iniziale del Vangelo di Pentecoste. Ricordando il passo della lettera giovannea, che attesta Dio come amore; avendo ascoltato la testimonianza di un Padre della Chiesa come sant'Agostino, in merito allo Spirito come amore, possiamo asserire che lo Spirito Santo racconterà se stesso quale modello e attuazione piena dell'amore divino per ogni uomo, per tutta l'umanità: "...dirà tutto ciò che avrà udito...". Egli stesso è il Consolatore che il Padre e il Figlio donano: carità che diventa generosità, unità e speranza, misericordia e accoglienza.
Perché è quando si è amati che si trova il coraggio di amare; è quando si ha la percezione della propria finitezza che si accoglie l'immensità e ci si dà da fare per donarla agli altri. Questo è il fuoco dell'amore, il fuoco dello Spirito Santo. Il fuoco della Pentecoste, che ancora scende abbondante sull'umanità!