12 maggio 2018

Dal sensus fidei al sensus iuris

Cari lettori, vi scrivo in merito ad un argomento molto delicato e che mi sta a cuore dal punto di vista pastorale. Oggi stiamo vivendo forti e veloci cambiamenti non solo socialmente e culturalmente, ma anche spiritualmente. Oggi la fede - per come è vissuta - non è più la stessa di 30 o 40 anni fa; oggi, causa una cultura relativista (di benedettina memoria!) che ha spianato la strada ad una società liquida, ha fatto si che anche la fede diventasse un "fai da te". Io credo ciò che mi serve in questo momento e ne ho tutto il diritto. 
Così facendo, appunto, passo da un sensus fidei (vivo la fede in ciò che mi trasmette) ad un sensus iuris (ho diritto a vivere la fede come voglio). Proprio perché oggi si vive la cultura del diritto e non del dovere, in tutti i settori della vita - come una moda - ci si sente liberi e sbarazzini in tutte le cose importanti e fondamentali.
Mi sentirei di affermare che l'unico diritto che i fedeli possono vantare nei confronti della fede e del vangelo, è quello di aderirvi o meno con tutto il cuore. Il Signore Dio e la Madre Chiesa non obbligano nessuno a seguire gli insegnamenti evangelici; tuttavia, da un cristiano, si chiede la coerenza intellettuale e culturale con ciò che ha accettato di vivere nella fede. Ricordiamo le parole di Gesù: "nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio" (Lc. 9, 62).
La fede è un dono che Dio riserva a tutti e chi sceglie di accoglierlo, non può addomesticarlo a proprio uso e piacimento; Dio non è un qualcosa che uso quando mi fa comodo: non si presta a questi giochetti da quattro soldi. La fede non è uno strumento per gonfiare ulteriormente l'egocentrismo e il narcisismo di tante persone. La fede è il dono di grazia che mi aiuta a scoprire il Signore e a seguirlo, poiché si avverte il bisogno di Lui nella propria esistenza. A tal proposito esiste una nota della Commissione Teologica Internazionale del 2014, dal titolo "Il sensus fidei nella vita della Chiesa". Aiutiamoci a riscoprire la bellezza della fede nella sua totalità; aiutiamoci a viverla interamente, anche in quelle pieghe che non sempre ci fanno stare tranquilli e sereni; aiutiamoci a camminare insieme, senza paura e senza vergogna con Cristo buon pastore!