30 gennaio 2015

L'Eucarestia: le letture, la professione di fede e la preghiera dei fedeli

LE LETTURE
Subito dopo la colletta, c'è la proclamazione della Parola di Dio. Proprio perchè è una proclamazione, l'assemblea è invitata a prestare la massima attenzione al lettore; essa - cioè l'assemblea - non può seguire il testo sacro sui vari foglietti domenicali: primo perchè non avrebbe senso il ministero del lettore, secondo perchè i fedeli comprenderebbero ancora meno a causa della continua distrazione. Il lettore, da parte sua, è sollecitato ad avere un tono di voce tale da poter raggiungere anche l'ultima persona seduta sull'ultimo banco in fondo. Non deve gridare al microfono, nè tantomeno parlare sottovoce. Il lettore deve rendersi conto che non sta leggendo per sé, non sta sfogliando un giornale, ma sta proclamando la Parola di Dio. Perciò, egli per primo, è calorosamente invitato a prepararsi la letttura a casa, leggendola e rileggendola, cercando di coglierne il senso. Un lettore non si può prendere il lusso d'improvvisare, ma deve prendere sempre più coscienza che sta vivendo un'azione sacra!
 
PROFESSIONE DI FEDE
E' così che viene chiamata la preghiera del Credo: è la professione di fede che la comunità cristiana fa nel Dio Trinitario: Padre, Figlio e Spirito Santo. Non solo; il credente testimonia anche la sua fede nella Chiesa, sposa di Cristo. Fa pena a volte osservare come, con superficialità e senza troppa attenzione, si testimonia la fede! Io sono cristiano perchè credo in Dio che mi è Padre, che mi ha salvato nel Figlio, che continua a guidarmi e a sostenermi con lo Spirito Santo, che non mi abbandona mai nella Chiesa. Se fossimo in grado di comprendere quanto i cristiani dei primi secoli hanno sofferto per dichiarare queste verità di fede, non la reciteremmo con leggerezza.
 
LA PREGHIERA DEI FEDELI
Come viene chiamata in latino - "oratio fidelium" -, la preghiera dei fedeli è dei fedeli, non del sacerdote che presiede l'Eucarestia: egli soltanto l'introduce e la conclude. Nello specifico è riservata ai fedeli della comunità; è la comunità che esprime ciò che porta nel cuore e invoca il Signore, affinché ascolti ed esaudisca le preghiere dell'assemblea.  Non di rado, purtroppo, si nota come ciò che attiene all'assemblea viene svolto dal sacerdote e ciò che attiene al sacerdote (preghiere e formule) viene ripetuto anche dall'assemblea. Ciò significa una cosa soltanto: non solo non si conosce il valore e l'importanza dell'Eucarestia, ma non si apprezza neanche il fatto che essa è dialogo, concelebrazione - ognuno per ciò che lo riguarda - dei misteri di Cristo. 

24 gennaio 2015

L'Eucarestia: atto penitenziale e colletta

ATTO PENITENZIALE
Siamo ancora nella prima parte della celebrazione eucaristica; subito dopo il saluto, pur con una breve monizione, l'assemblea vive l'atto penitenziale. E' così chiamato perchè il singolo fedele riconosce le sue povertà e per queste implora il perdono di Dio: ATTENZIONE!!! Non è un'assoluzione sacramentale dei peccati. Il riconoscere le nostre povertà, diventa motivo per gustare pienamente e accogliere quale dono di grazia, l'offerta che Gesù Cristo fa di sè a ciascuno di noi. Riconoscendo la mia piccolezza e il mio bisogno di Dio nell'Eucarestia, ricevo in dono la grazia e la pace.
 
COLLETTA
La colletta è una preghiera che introduce la Liturgia della Parola e che, come dice il nome stesso, riassume e raccoglie tutte le intenzioni dei fedeli presenti, è proclamata da chi presiede (generalmente è un presbitero) la celebrazione, sottoforma di preghiera rivolta al Padre, per il Figlio, nello Spirito Santo. 

20 gennaio 2015

L'Eucarestia: il segno di croce e il saluto

Un percorso nuovo, diverso, è quello che desidero proporre; mai come oggi, abituati a tutto e adattati ad ogni genere di situazione, stiamo vedendo i frutti del relativismo di cui tanto ci ha parlato e messo in guardia papa Benedetto XVI. Così, constatando come anche la partecipazione all'eucarestia domenicale sia soggetta alla cultura attuale, mi propongo di aiutare a riscoprire il valore salvifico e il senso straordinario che essa ricopre nella vita dell'uomo, spiegando ogni singolo passaggio della celebrazione, per riscoprire il significato dei gesti e delle parole che la compongono.
 
IL SEGNO DELLA CROCE
E' un gesto che compiamo quando iniziamo a pregare. Ciò che andiamo a vivere è un'esperienza che parte dal Padre, viene diffusa dal Figlio, crea comunione e unità nello Spirito Santo. Nel momento in cui traccio il segno della croce entro nell'eternità, vivo in Dio e con Dio; fare il segno della croce attesta che l'azione sacra che mi sto accingendo a vivere non è banale, nè superficiale: mi inserisce dentro ad un contesto di fede, mi porta a vivere qui ed ora - "hic et nunc" - la passione, la morte e la resurrezione di Gesù.
 
IL SALUTO
E' il benvenuto che il sacerdote, a nome di Dio rivolge all'assemblea; è un augurio, perchè la celebrazione eucaristica doni quella pace, serenità e gioia che ciascuno desidera e che solo il Signore può donare. Il saluto mi dice l'accoglienza di Dio verso tutti: Egli è lì per me, mi attende per stare con me, per vivere con me.     

14 gennaio 2015

Nuova serie di incontri parrocchiali

Carissimi tutti, già da domani sera iniziano gli incontri dal tema "LA PREGHIERA NELLA BIBBIA".
Una serie d'incontri voluta dal Consiglio Pastorale Parrocchiale e messa in atto dal sottoscritto. Il tema è quello della riscoperta della preghiera; un reimparare a pregare, veramente e seriamente, con tutto se stessi.
Per questo ci serviremo anche dell'aiuto di qualche personaggio biblico, che ci indichi il modo migliore di vivere e attuare la preghiera nella nostra vita.
Vi aspetto tutti, domani sera, presso la sala catechesi, alle ore 21.00.

10 gennaio 2015

Battesimo del Signore

 
Oggi celebriamo la festa del battesimo di Gesù e, in un certo senso, è anche la festa del nostro battesimo. Dalle letture di oggi comprendiamo che esso è una grazia, un dono esclusivo dell’amore di Dio per noi; ed esso, proprio perché è un dono, crea gioia e festa.
Nella 1ª lettura Isaia dice “non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata”: è dalla Parola di Dio che nasce il sacramento del battesimo. Un sacramento che vincola il mio cuore, la mia vita, all’amore e alla bellezza, alla generosità e al perdono. Oggi purtroppo dispiace assistere a situazioni contrastanti tra vita e fede: ognuna sembra camminare per proprio conto, senza accorgersi che sono chiamate ad interagire l’una con l’altra in modo costante e duraturo.
Lo abbiamo sentito nel Vangelo: il battesimo ci rende figli di Dio. Questo è il titolo più bello e importante che mai si possa ricevere. Ogni volta che una persona riceve il battesimo, Dio fa festa e proclama al mondo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato”. Quindi, a buon diritto, anche noi facciamo festa e viviamo la gioia di essere entrati a far parte della grande famiglia di Dio. Ma ci rendiamo conto? Noi siamo figli di Dio e Lui è nostro Padre, Gesù è nostro fratello; lo Spirito Santo ci mette nella condizione di vivere e sperimentare continuamente l’amore e la misericordia di questo Padre.
Ma per vivere oggi il nostro battesimo fino in fondo, dobbiamo credere in Gesù; non solamente a parole ma con la vita. Può sembrare comodo affermare «sono credente ma non praticante», senza accorgersi che non c’è logica in questa dichiarazione. Se io credo con la vita che Gesù è la mia salvezza e vivo i suoi insegnamenti, ascolto la sua parola, il battesimo che ho ricevuto diviene perfetto e porta a compimento in me tutti i progetti di bene del Padre.


6 gennaio 2015

I Magi: ieri e oggi

"Siamo venuti per adorarlo": questa è la motivazione che i Magi portano di fronte alle richieste di Erode.                                                                                                   I Magi: persone colte del tempo, istruite, anche ricche; persone mosse dalla curiosità delle stelle le quali, a poco a poco, lungo il percorso, scoprono che la loro curiosità si sta trasformando in certezza, sta diventando fede. I Magi sono le persone lontane dalla fede, sono coloro che credono di poter vivere bene senza praticare nessuna fede religiosa: sono gli atei, gli agnostici, che affermano che la vita di una persona termina sulla terra.
Ma oggi i Magi sono anche coloro che vengono lasciati, - o peggio -, abbandonati a se stessi lungo le strade delle nostre città, delle nostre sicurezze materiali. Oggi i Magi sono coloro che nessuno vede, che nessuno desidera; sono i senza nome, i senza terra, i senza tetto di oggi. Sì, anche oggi ci sono i Magi e per questi il Signore Gesù si manifesta, cioè si mostra nel suo amore, nel suo prendersi cura di loro. I volontari delle associazioni, i famosi "angeli della notte", gli operatori caritas: sono le moderne manifestazioni dell'amore di Dio che si prende cura di loro, che si manifesta a loro. Questi moderni Magi non devono recarsi presso la grotta di Betlemme, perchè la portano nella loro carne, nel loro cuore. Siamo noi che veniamo ingaggiati a fare la parte dei Magi e andare verso Gesù Bambino per adorarlo in queste persone bisognose e maltrattate dalla società.
Aiutaci Signore a venire verso di Te esclusivamente per adorarTi e riconoscerTi nei poveri di oggi!  

3 gennaio 2015

Gesù: divino e umano coesistono perfettamente!

Ancora ci viene riproposto il Vangelo di Natale: non perchè siamo a corto di pagine riguardanti la nascita di Gesù, ma per farci riscoprire il dono grande che anche noi abbiamo ricevuto. E' vero, il Verbo di Dio si è fatto carne, ha assunto la nostra carne mortale, così come dice san Paolo: "spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini" (Fil. 2,7). Attraverso il suo corpo umano ci ha portato la libertà e la salvezza; ma, facendosi simile a noi, ci ha fatto capire quanto sia importante il corpo che abbiamo ricevuto in dono. Non lo abbiamo chiesto, non lo abbiamo preteso: ci è stato donato per il servizio della carità. Perchè è proprio con questo corpo che noi entriamo in relazione con gli altri; è con questo corpo che noi entriamo anche in relazione con noi stessi. Ma come usiamo questo dono che Dio ci ha fatto? Come usiamo la bocca, gli occhi, le mani? Gesù, ancora una volta, ci dà l'esempio: Egli ci dice che il nostro corpo "è tempio dello Spirito Santo" e come tale esso va preservato dalle tentazioni e dal peccato. Signore Dio, ti ringraziamo per questo dono del tuo amore; aiutaci a comprendere che esso è strumento di bene e non di male, che è strumento d'incontro e non di contrapposizione; è strumento di pace e non di violenza.
Perchè, se tu Gesù l'hai assunto e fatto proprio, significa che anche questa nostra umanità è preziosa ai tuoi occhi e non vuoi che "nulla vada perduto". Grazie!

1 gennaio 2015

2015: nuovo anno di grazia!

Siamo arrivati al 1° gennaio 2015, solennità della Santa Madre di Dio. Ricorre, oggi, anche la Giornata Mondiale per la Pace. Ciò che continua a rendere grande Maria è la sua maternità, cioè la sua immensa fiducia in Dio che mantiene sempre le sue promesse.                                                        Da questa fiducia è nato Gesù, il Figlio di Dio, il Principe della pace. A Lui chiediamo la grazia della pace per tutto il mondo; pace, che non significa "assenza di guerre", ma la serenità del cuore, anche di fronte alle burrasche della vita. Vogliamo una pace che, innanzitutto, diventi accoglienza di se stessi per come si è (cioè, come dono di Dio); solamente dopo aver compiuto questo passaggio, possiamo sperare di costruire ponti di pace con il nostro prossimo, soprattutto con coloro che facciamo fatica a sopportare e a perdonare. 
Non è un'utopia: se crederemo e continueremo ad impegnarci per questa pace, avremo contribuito a costruire un pezzetto di mondo nuovo, di mondo rinnovato: avremo contribuito all'annuncio e alla realizzazione del Vangelo.
Buon 2015 a tutti!!!