ARREDI LITURGICI 6
VASI SACRI
I “vasi sacri” sono i diversi
recipienti di cui si fa uso della liturgia: il calice, la patena, la pisside o
ciborio, la teca, l’ostensorio, le ampolline per l’acqua e il vino, le ampolle
per gli oli santi.
Sono questi gli arredi sacri per
i quali bisogna assicurare la maggiore attenzione nella custodia e nella
manutenzione, soprattutto per quelli destinati ad accogliere il Corpo e il
Sangue del Signore. La materia dei vasi sacri deve essere solida e nobile, non
soggetta a facile deterioramento.
I vasi sacri in metallo -
specialmente calici, patene, pissidi e teche - devono essere abitualmente dorati
all’interno, se il metallo è ossidabile; se invece il metallo è inossidabile si
può fare a meno della doratura (Cfr. PNMR 294). Il calice deve essere dotato di
una coppa realizzata con materia che non assorba, mentre la base può essere
fatta con altre materie pregiate e decorose. Particolare attenzione è da porre
ai calici con la coppa in ceramica la cui vetrinatura può facilmente
deteriorarsi creando alcune zone o anche delle semplici filature assorbenti
(Cfr. PNMR 291).
I vasi destinati ad accogliere il
Corpo di Cristo (patena, pisside, teca, ostensorio) possono essere fabbricati
con diverse materie, a seconda delle differenti regioni, come l’avorio o legni
particolarmente pregiati (Cfr. PNMR 292). È significativo che nella
celebrazione eucaristica si usi un unico calice e un’unica patena grande che
contenga il pane per il sacerdote, per i ministri e per i fedeli. Il calice e
la patena devono essere collocati sulla mensa solo al momento opportuno, non
devono quindi ingombrarla fin dall’inizio della messa.
Nella processione offertoriale
devono essere presentati il pane e il vino per il sacrificio eucaristico (Cfr.
PNMR 49), non ha senso presentare il calice vuoto e rivestito dei tovaglioli
per la sua purificazione al termine della messa. Perde di significato anche
condurre in processione offertoriale una pisside chiusa - il cui uso proprio è
la conservazione del pane eucaristico - o una patena coperta da un lino. La processione offertoriale non è
un’occasione per sfoggiare la bellezza artistica dei vasi sacri, ma è il
momento in cui l’assemblea celebrante presenta il frutto del proprio lavoro che
pertanto deve essere visibile da parte di tutti.
Notiamo infine che come vasi
sacri per la celebrazione eucaristica non possono essere usati semplici cestini
o altri recipienti destinati all’uso comune fuori delle sacre celebrazioni, o
scadenti per qualità, o che manchino di ogni stile artistico (Istruzione
Inæstimabile Donum, n. 16).
La teca e l’ostensorio sono due
vasi eucaristici che vengono usati fuori dalla messa. La teca è una piccola custodia
utilizzata per riporre un piccolo numero di ostie da portare come viatico o
come comunione agli infermi. L’ostensorio invece è sempre una teca ma
trasparente, dotata di piedistallo e di decorazioni diverse, nella quale si
pone del pane eucaristico per esporlo all’adorazione dei fedeli.
Le ampolline nelle quali si
conserva il vino e l’acqua sono generalmente trasparenti per riconoscerne
facilmente il contenuto. Si può avere l’impressione che
non sia destinata grande attenzione a questi vasi eppure necessitano di una
pulizia frequente e di un completo ricambio periodico di ciò che conservano nel
loro interno. Un’ampollina poco pulita rischia
di far inacidire il vino con grande facilità. Se vengono portate in processione
offertoriale è bene che abbiano dimensioni adeguate per essere viste da tutti. Presso l’altare può essere
portata processionalmente anche la sola ampolla con il vino.
Le ampolle degli oli santi,
soprattutto quelle usate come riserva e non per la celebrazione dei sacramenti,
devono essere adatte per conservare a lungo - un intero anno - i tre preziosi
unguenti. La conservazione di queste
ampolle è cosa assai delicata. È bene che non siano nelle mani
di chiunque e che possano essere custodite in un luogo in vista dei fedeli ma
ben chiuso.