GLI ARREDI LITURGICI 4
SEDE
Il verbo "presiedere"
(dai termini latini prae-sedere = essere seduto davanti) non è ricorrente nel
Nuovo Testamento, ad usarlo è solo S. Paolo in riferimento a coloro che hanno
il compito di dirigere una comunità. L’uso biblico di questo termine non è
liturgico, ma designa l’attività globale dei vescovi e dei presbiteri come capi
di una comunità.
Nell’uso attuale si scorge quasi
esclusivamente un significato liturgico. È pur vero che, poiché la
liturgia - e soprattutto la celebrazione eucaristica - è culmine e fonte di
tutta la vita della Chiesa, la presidenza liturgica avrà il suo pieno
significato alla luce di tutta l’attività della comunità.
Per il presbitero quindi la
presidenza liturgica è "culmine" e "fonte", punto di arrivo
e punto di partenza, di tutta l’azione pastorale. Chi presiede un’assemblea
liturgica, ovvero chi è "seduto davanti" ad un’assemblea, deve poter
rendere visibile il proprio ministero di guida; è quindi indispensabile la
realizzazione di uno spazio adatto a questo scopo: una "sede" speciale.
Ecco come la sede presidenziale è
descritta nell’introduzione al messale:
"La sede del sacerdote
celebrante deve mostrare il compito che egli ha di presiedere l’assemblea e
guidare la preghiera. Perciò la collocazione più adatta
è quella rivolta al popolo, al fondo del presbiterio, a meno che non vi si
oppongano la struttura dell’edificio e altri elementi, ad esempio la troppa
distanza che rendesse difficile la comunicazione tra il sacerdote e
l’assemblea." (PNMR, 271).
Infatti tutta la disposizione
della chiesa deve presentare l’immagine del corpo nel quale Cristo è la testa e
i fedeli sono le membra. Non più separazione tra navata e
presbiterio, tra fedeli e presidente, ma reciproca convergenza, comunicazione e
complementarità. La celebrazione cristiana è posta in atto da tutto il Corpo
mistico; in essa il presidente rende visibile la presenza di Cristo-Capo.
È un luogo dal quale il
presidente non esercita il proprio dominio ma la disponibilità al servizio,
come pone bene in evidenza la preghiera di benedizione di una nuova sede: "Signore Gesù Cristo, tu
comandi ai pastori della Chiesa non di farsi servire, ma di servire umilmente i
fratelli; assisti coloro che da questa sede presiedono la tua sana assemblea;
fa che proclamino con la forza dello Spirito la tua parola e siano fedeli
dispensatori dei tuoi misteri perché, insieme con il popolo loro affidato, ti
lodino senza fine davanti al trono della tua gloria" (Benedizionale,
p512).
La sede presidenziale è da
concepire come "spazio celebrativo" e non come struttura funzionale
alla posizione seduta del presidente. Così come un leggio non realizza
simbolicamente un ambone, un qualsiasi sedile non è assolutamente una sede
presidenziale.
Diremo, quindi, che è lo
"spazio" della sede per la presidenza liturgica che deve contenere un
sedile adeguato. Inoltre, in tale spazio, il
presidente della celebrazione deve poter stare anche in piedi nei momenti
opportuni, perciò sarà bene dotare la sede anche di una pedana confacente. Dalla sede il presidente, seduto,
ascolta le letture e tiene l’omelia; in piedi, presiede i riti di inizio della
messa, introduce e conclude la preghiera dei fedeli, pronuncia la preghiera
dopo la comunione, benedice e congeda l’assemblea.
Là dove fosse necessario, è bene
studiare la posizione più conveniente del microfono e del supporto che lo
regge. Per quanto possa sembrare una
banalità, spesso cavi e aste per microfoni diventano vere e proprie trappole
per presidenti liturgici. Anche lo spazio della sede può
essere efficacemente posto in risalto da un’adeguata illuminazione.
Purtroppo è spesso ingombrato e
occultato da vistosi leggii o dallo stesso altare. In sede di progettazione è sempre
opportuno curare la non sovrapposizione delle strutture celebrative,
soprattutto della sede che spesso è la più trascurata.