Tutti sanno che, quando una
famiglia cresce, sorgono "problemi di spazio". Fu così anche per la comunità
cristiana dei primi secoli. Si vivevano tempi difficili:
momenti di pace e di persecuzione si alternavano in maniera repentina.
Nonostante le gravi difficoltà, le comunità non rinunciano ai loro incontri per
l’ascolto della Parola e la celebrazione dell’Eucaristia. Intorno al 268 lo scrittore
pagano Porfirio, parlando dei cristiani, testimonia l’esistenza di
"amplissime sale dove si radunano per pregare".
Lo storico cristiano Eusebio,
proprio nell’imminenza delle sanguinose persecuzioni di Diocleziano (284-305),
descrive la situazione in cui si determinava l’attività della comunità,
sottolineando il fatto che un numero sempre maggiore di persone era solito
affluire presso le case di preghiera, per questo motivo "non ci accontentava
più delle costruzioni del passato, e in ogni città si erigevano ampie e
imponenti chiese". I ruderi della "casa della
comunità" di Dura Europos (antica città della Mesopotamia, sulla riva
destra del fiume Eufrate, nel deserto siriano, al confine con l’Iraq)
testimoniano questo salto di qualità dei luoghi di culto cristiano.Non si tratta più di una semplice "dumus ecclesiae" ma di una casa, probabilmente acquistata dalla comunità locale, e successivamente adattata per un uso esclusivamente cultuale. P. Jounel descrive così questo singolare sito archeologico: "Si tratta di un edificio costruito verso il 230 e rimasto in uso per vent’anni. Di questo complesso, a pianta quadrangolare con cortile interno, sono stati portati in luce il battistero e verosimilmente l’aula liturgica. La vasca battesimale è sormontata da un soffitto a volta decorato di stelle, mentre sulle pareti sono raffigurate diverse scene bibliche, fra cui campeggia l’immagine del buon Pastore". Inoltre sono state poste in rilievo altre strutture liturgiche e in modo particolare la sede presidenziale. L’anno 313 costituisce una svolta decisiva per la storia del cristianesimo. L’imperatore Costantino, insieme a Licinio, stese, in forma di rescritto, il "programma di tolleranza" comunemente noto come "editto di Milano". Al cristianesimo fu così riconosciuta, al pari di altre religioni, una completa equiparazione di diritti, tra cui la libertà di culto. È l’inizio della cristianizzazione dell’impero romano che, tra i secoli IV e VI, comportò la fioritura di nuovi e sempre più numerosi luoghi di culto.
Nell’abside si individuò il luogo ideale per al realizzazione della sede presidenziale del vescovo e attorno i sedili per i presbiteri. L’altare e l’ambone trovarono locazioni diverse a seconda delle regioni: a Roma l’altare trovò posto tra l’abside e la navata, mentre nelle regioni Africane fu edificato più avanti, verso la navata. Nel tempo la basilica non fu più frutto di trasformazione di un precedente edificio ma una soluzione architettonica originale.
Le dimensioni e le disposizioni degli spazi acquisirono così maggiore armonia, grazie anche alle decorazioni - soprattutto musive - che ponevano in risalto le absidi, gli archi trionfali, i cibori, le balaustrate e tutte le altre strutture architettoniche.