10 marzo 2010

Misericordia e Rispetto

Nella IV domenica di Quaresima, le letture proposteci ci possono lasciare perplessi. La prima lettura, tratta dal Libro di Giosuè, ci colpisce per un particolare non indifferente. Il popolo giunge finalmente alla terra promessa e vi celebra la sua prima Pasqua: subito termina il dono della manna. Nel momento in cui mettono piede nella terra di Canaan, gli israeliti sono chiamati a procurarsi il cibo con le loro mani e, quindi, con il loro lavoro: è la loro terra, promessa da Dio fin dai tempi di Abramo. La presenza del Signore non termina così la sua assistenza al popolo, ma lo conduce piano piano alla costruzione della sua identità nella libertà promessa.
Così avviene nel testo evangelico di Luca del Padre Misericordioso, il quale non trattiene il figlio più giovane, non lo convince a restare proprio perchè ha la sua identità e libertà. In questa figura paterna noi vediamo il volto di Dio; di un Dio che comunque non si dimentica di noi e non ci abbandona. Infatti, come il padre della parabola, rimane sulla soglia a scrutare l'orizzonte in attesa del figlio, in attesa di ognuno di noi. La libertà in Dio, richiede rispetto; un rispetto che si pro-tende, non tanto verso il figlio maggiore, ma verso quel figlio in balìa di una libertà che schiavizza l'uomo, facendogli perdere la propria identità.
Il pro-tendersi di Dio verso l'uomo non è statico, fermo o interessato a fini personali; tutt'altro. Lo stare sulla soglia rispecchia ciò che dice la lettera paolina: "E`stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe".
Dio non è lontano da nessuno, anzi. Lasciamoci riconciliare con Lui.

16 febbraio 2010

CENERI: cammino verso la misericordia


La celebrazione delle Ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza; costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di quei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo. Nel tempo il gesto dell'imposizione delle Ceneri si estende a tutti i fedeli e la riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di questo segno.
La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle Ceneri.
Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27).
Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: sono diventato polvere e cenere" (Gb 30,19).
In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).
Ma la Cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere" (Gio 3,5-9).
Anche Giuditta invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio, si cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore" (Gdt 4,11).
Le Ceneri esprimono un cammino che l’uomo è chiamato a fare; un ritorno a Dio, per imparare a conoscere se stesso e le persone che ha attorno.

10 febbraio 2010

La celebrazione della Quaresima oggi

L'evoluzione progressiva della quaresima, definita da alcuni studiosi "selvaggia", richiedeva un radicale rinnovamento. Fu così che il Concilio Vaticano II ha semplificato la struttura di questo tempo liturgico sovraccaricato dalle aggiunte pre-quaresimali.

La Costituzione conciliare sulla liturgia, Sacrosanctum Concilium, al n. 109 afferma:

Il duplice carattere del tempo quaresimale che, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione del battesimo e mediante la penitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale con l'ascolto più frequente della parola di Dio e con più intensa preghiera, sia posto in maggiore evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica. Perciò:

a) si utilizzino più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale e, se opportuno, se ne riprendano alcuni dalla tradizione antica;

b) lo stesso si dica degli elementi penitenziali. Quanto alla catechesi poi si imprima nell'animo dei fedeli , insieme con le conseguenze sociali del peccato, quell'aspetto proprio della penitenza che detesta il peccato in quanto è offesa a Dio; né si dimentichi la parte della chiesa nell'azione penitenziale e si solleciti la preghiera per i peccatori.

A tale dettato conciliare si è ispirato il rinnovamento del lezionario e del messale in riferimento alle celebrazioni quaresimali. Fedele a questo indirizzo, la riforma ha ridato alla quaresima prima di tutto il suo orientamento pasquale-battesimale; ne ha fissato il tempo con decorrenza dal Mercoledì delle ceneri fino alla messa "in Coena Domini" esclusa; per conservare l'unità interna ha ridotto il tempo della passione: solo la VI Domenica, la quale dà inizio alla settimana santa, viene chiamata "Domenica delle palme", "de passione Domini". In tal senso la settimana santa conclude la quaresima ed ha come scopo la venerazione della passione di Cristo a partire dal suo ingresso messianico a Gerusalemme.

Oltre alla ricchezza dei testi eucologici (colletta, orazione sulle offerte, prefazio, orazione dopo la comunione), nei formulari quaresimali riformati abbiamo una abbondanza di testi biblici. La celebrazione liturgica quaresimale, anche sotto il punto di vista tematico, pone l'accento principale sulla Domenica. Nelle cinque Domeniche precedenti la Domenica delle palme, il lezionario offre la possibilità di tre itinerari diversi e insieme complementari.

3 febbraio 2010

Quaresima e anno liturgico

L'anno liturgico è la celebrazione dell'opera di salvezza di Cristo che viene realizzata mediante una commemorazione sacra (o memoriale) in giorni determinati, nel corso dell'anno. La liturgia dilata, nel tempo degli uomini, il mistero della salvezza. La Chiesa, quindi, mediante la liturgia, continua ad attuare, nei suoi tempi e con i suoi riti, le azioni di salvezza operate da Gesù.
L'anno liturgico non è dunque una serie di idee o di feste, ma è una persona, Gesù Cristo, risorto, il cui dono di salvezza viene offerto e comunicato nei diversi aspetti sacramentali che caratterizzano lo svolgersi del calendario cristiano. L'amore di Dio per la salvezza dell'uomo viene così reso attuale nell'oggi della Chiesa e dell'umanità.
Centro e riferimento assoluto e indispensabile di tutto l'anno liturgico è quindi il mistero pasquale della passione, morte, risurrezione e ascensione del Signore Gesù.
I primi cristiani non conobbero altra festa liturgica che quella della domenica: il giorno della celebrazione del Cristo vivo. Per questo motivo la domenica è considerata la "festa primordiale". Solo dopo il II secolo si riscontrano testimonianze riguardanti la speciale celebrazione della risurrezione di Cristo in una Domenica prefissata.Tutto l'anno liturgico ruota dunque intorno alla celebrazione pasquale domenicale e annuale.
Pertanto la quaresima è quel tempo liturgico durante il quale il cristiano si dispone, attraverso un cammino di conversione e purificazione, a vivere in pienezza il mistero della risurrezione di Cristo nella sua memoria annuale.

29 gennaio 2010

IV domenica del Tempo Ordinario

Gesù s'inserisce sulla scia dei profeti, di persone scelte da Dio per portare il suo annuncio. Che piacciano o meno, essi sono ambasciatori della presenza del Signore. Gesù sa di non essere capito e compreso; tuttavia non rinuncia alla sua identità e alla sua missione, così come non lo fa neanche il profeta Geremia.
Questa esperienza della delusione e del rifiuto la viviamo anche noi, nella misura in cui cerchiamo di apportare una novità di vita nella nostra esistenza e in chi ci sta attorno. L'attenzione che ognuno è invitato ad avere è proprio questa: non cucire addosso agli altri un vestito, idee preconcette, etichette che mi confeziono sulla base di quello che vedo o che sento. Questo atteggiamento può sembrare difficile, ma diventa il primo passo per accogliere la novità che Dio vuole essere e ci vuole donare.

13 gennaio 2010

Sacrosanctum Concilium 2

"La liturgia infatti, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell'eucaristia, si attua l'opera della nostra redenzione, contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa. Questa ha infatti la caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, fervente nell'azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e tuttavia pellegina; tutto questo in modo tale, però, che ciò che in essa è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all'invisibile, l'azione alla contemplazione, la realtà presente alla città futura, verso la quale siamo incamminati.
In tal modo la liturgia, mentre ogni giorno edifica quelli che sono nella Chiesa per farne un tempio santo nel Signore, un'abitazione di Dio nello Spirito, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo, nello stesso tempo e in modo mirabile fortifica le loro energie perchè possano predicare il Cristo. Così a coloro che sono fuori essa mostra la Chiesa come vessillo innalzato di fronte alle nazioni, sotto il quale i figli di Dio dispersi possano raccogliersi, finchè ci sia un solo ovile e un solo pastore".

SETTIMANA LITURGICA DIOCESANA

19-23 luglio 2010 corso residenziale
La musica e il canto per la liturgia
Estasi sponsale della Chiesa

Questo corso, pensato dall'Ufficio diocesano per la Liturgia in collaborazione con Villa Immacolata, è proposto ai presbiteri, ai membri dei gruppi liturgici parrocchiali, ai cori parrocchiali, ai direttori dei cori, agli animatori del canto e a quanti hanno responsabilità o sensibilità per la liturgia. il corso residenziale intende introdurre alla comprensione della relazione tra musica, canto e rito dal punto di vista teologico, pastorale e musicale.
Le giornate prevederanno due lezioni (mattina e pomeriggio), dibattiti e la preparazione (applicativa) di gruppo delle celebrazioni quotidiane in loco.
Relatore: prof. don Gianandrea Di Donna

9 gennaio 2010

Sacrosanctum Concilium 1

"Il Sacro Concilio, proponendosi di far crescere ogni giorno più la vita cristiana tra i fedeli, di meglio adattare alla esigenze del nostro tempo quelle istituzioni che sono soggette a mutamenti, di favorire ciò che può contribuire all’unione di tutti i credenti in Cristo, e di rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa, ritiene suo dovere interessarsi in modo speciale anche della riforma e dell’incremento della liturgia".

NEWS DAL MONDO

Cina
Per la solennità dell'Epifania, i cristiani cinesi hanno assiepato le chiese fin dalle prime ore del giorno. Se teniamo conto delle ristrettezze in cui vivono, obbligati dal governo, la testimonianza di fede dei cinesi è un atto forte e coraggioso, degno di nota.
Vietnam
Durante la notte una comunità cristiana viene assalita dalla polizia in tenuta anti sommossa, con tanto di lacrimogeni e bombe a mano, utilizzate per abbattere un grande crocifisso posto nel cimitero locale. La comunità, svegliata da rumori, è accorsa a difendere il luogo; a questo punto la polizia ha caricato la folla con bastonate, calci e pugni. Tutto questo è avvenuto mentre il parroco e il vicario parrocchiale si trovavano all'annuale ritiro in episcopo con il vescovo.
Egitto
I cristiani locali sono stati presi d'assalto dalla popolazione; essi vengono perseguitati ed uccisi. Onore ai nuovi martiri e benedizione del Signore per questi nostri fratelli, che per amore di Cristo non scendono a compromessi!!!

8 gennaio 2010

Le Intenzioni del Pontefice all'Apostolato della preghiera per il 2010

Gennaio
Generale: Perché le ricchezze del creato siano preservate, valorizzate e rese disponibili a tutti,
come dono prezioso di Dio agli uomini.
Missionaria: Perché i cristiani possano raggiungere la piena unità, testimoniando a tutto il
genere umano la paternità universale di Dio.

6 gennaio 2010

Cristo, luce di verità

In Isaia ci è stato detto di "rivestirci di luce"; ora, nel prologo di Giovanni ci viene riferito che la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta (Gv. 1,5). Con un ragionamento semplice, potremmo affermare che il Verbo - fattosi carne - è la luce non accolta. Quindi, Gesù Cristo è quella luce venuta per la nostra salvezza e che il profeta c'invita ad indossare, assumere, fare nostra.
Una luce questa, che nel Vangelo di Matteo provoca un mettersi in moto, un mettersi in cammino. Infatti, proprio seguendo la luce della stella, i sapienti orientali hanno percorso la loro strada, senza sapere dove andavano e che cosa li aspettava. Nella fede, noi decifriamo questo viaggio come il cammino spirituale che ogni uomo è invitato a compiere, per raggiungere la pienezza della vita. Sapersi definire, insomma, pellegrini dell'Assoluto. Spesso ci possiamo identificare con Erode: un re cupo, violento, che fa di tutto per raggiungere i propri scopi. Un uomo che pensa fondamentalmente a se stesso e al proprio benessere. Eppure questo uomo ha paura di un bambino, di un neonato. Anche per ciascuno di noi è difficile confrontarsi con la verità, ricordando ciò che dice Gesù: Io sono la via, la verità e la vita. La verità spalanca un faro di luce sulle zone d'ombra della nostra vita; illumina quei vizi o difetti che ciascuno vorrebbe relegare nel dimenticatoio, pensando così di aver risolto i problemi. Ma non è così. La luce di Cristo, come spada a doppio taglio, entra in profondità dentro di noi, non per mettere il dito nella piaga, bensì per darci una rinnovata possibilità di guarigione e di salvezza.
Imitiamo i santi magi; iniziamo il santo viaggio verso la luce della nostra realizzazione. Verso la nostra eterna felicità.