24 agosto 2015

Il vescovo Claudio come Papa Francesco

 
«Pronto sono don Claudio». Si è presentato così, inaspettatamente il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla all'arciprete di Conselve don Luciano Danese. È lui stesso a raccontare il fatto ai parrocchiani nel bollettino parrochiale, definendolo «un bel regalo». Spiega meglio don Danese: «Era la sera dell'assunta e stavo tornando da Padova, dove mi ero recato a celebrare la messa nella parrocchia della Sacra Famiglia.
Prima di salire in auto vedo alcune telefonate non risposte e chiamo il primo numero, sentendomi appunto rispondere «Sono don Claudio"» Avevo pensato a tutti, prima al vicario e parroco di Anguillara, lui deve aver capito tanto che ha precisato: "Don Claudio il tuo nuovo Vescovo"».
Continua il racconto di Don Danese: «Sono rimasto così sorpreso dalla sua spontaneità, che nel seguito della telefonata ho continuato a dargli del tu e quando mi sono scusato di questo la sua risposta è stata che tra amici e fratelli è necessario darci del tu». Il parroco di Conselve si sofferma ancora sui contenuti della telefonata: «Abbiamo parlato della comunità di Conselve, del motto scelto per il suo ministero e delle prime impressioni avute nella visita fatta a Padova subito dopo la nomina; ho anche detto al vescovo Claudio che la diocesi prega per lui e che la sua prima lettera ai fedeli padovani ha già fatto breccia nel cuore di tutti». A don Danese mons. Cipolla ha risposto ringraziando «per il credito di stima che mi state offrendo». Il sacerdote rivela anche il motivo della telefonata del nuovo vescovo, che ha un volto ed un nome: Aldo Rosso, un prezioso volontario, sottufficiale dell'aeronautica in pensione che quotidianamente si prende cura dell'ufficio parrocchiale di Conselve. «Aldo - precisa don Luciano - ha spedito al neo vescovo una copia della rivista San Lorenzo che ogni anno pubblichiamo in occasione della festa del Patrono San Lorenzo e monsignor Cipolla ci ha dato subito prova della sua sensibilità umana e pastorale con la sua telefonata».


1 agosto 2015

Cos'è l'Indulgenza?

"L'Indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi".
Cosa significa questo? Prendiamo l'esempio della lavatrice: quando laviamo una tovaglia macchiata di vino, affinché torni bella pulita, si inserisce anche un additivo per togliere gli aloni. La confessione rimette la colpa (la macchia di vino), ma rimane la pena (cioè l'alone). Questa è come una cicatrice che rimane dopo la guarigione dell'anima dal peccato. L'indulgenza è come l'additivo che viene aggiunto in lavatrice, affinché venga annullata anche la colpa, la cicatrice.
 
"L'Indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati".
Le grandi indulgenza, come quella di oggi, sono plenarie (cioè totali, riguardano tutta la vita della persona).
 
"Ogni fedele può lucrare per se stesso le indulgenze sia parziali che plenarie o applicarle ai defunti a modo di suffragio... l'indulgenza plenaria può essere acquistata una sola volta al giorno; l'indulgenza parziale invece può essere acquistata più volte al giorno".
 
Quali sono le indulgenze parziali?
- La preghiera nelle avversità;
- Atti di carità verso chi si trova nel bisogno;
- Privazione spontanea di qualcosa di lecito, come sacrificio personale;
- In particolari circostanze quotidiane, si rende pubblica testimonianza della propria fede.
 
Oltre alle indulgenze plenarie del 2 agosto e del 2 novembre, si possono lucrare anche quotidianamente attraverso:
- l'adorazione del SS. Sacramento per almeno mezz'ora;
- il pio esercizio della Via Crucis;
- la recita del Rosario;
- la pia lettura o l'ascolto della Sacra Scrittura per almeno mezz'ora.
 
Tante sono le possibilità di lucrare un'indulgenza, sia parziale o plenaria che sia. Spero che ora, dopo questa breve spiegazione, possiamo tutti essere veramente affamati di questo dono prezioso che il Signore ci fa attraverso la Chiesa; dono che ci serve non per commettere ancora più peccati (ricordo che serve sempre la confessione!), ma per poter gustare maggiormente e pienamente quanto sia importante la misericordia di Dio.