26 dicembre 2009

Il Mistero della quotidianità


festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Lc. 2,41-52)


Il Vangelo di oggi, ci parla del ritrovamento di Gesù al Tempio. Ma per comprendere maggiormente quanto successo, ci dobbiamo rifare ad eventi che risalgono a qualche anno prima, alla presentazione di Gesù.

La cerimonia che vede al centro il neonato divino, sembra alludere ad una qualifica sacerdotale del Figlio di Dio con il versamento, secondo la Legge, di 5 sicli d'argento. I figli dei Leviti invece, erano semplicemente presentati al Signore. L'evangelista Luca allora potrebbe aver confuso i riti espletati nel Tempio? Forse sì. E' certo comunque che in Gesù viene rivelata la sua regalità e la sua missione sacerdotale.

In tutto questo, secondo il testo odierno, non c'è nulla di drammatico, consegnando queste caratteristiche divine (regalità/sacerdozio) ad un quadro teologico più profondo: al nascondimento, alla quotidianità, alla vita della gente semplice, dove la grazia e la gloria operano nel comune contesto umano.

Gesù ha coscienza di portare a termine i tempi preparatori e di inaugurare quaggiù lo stato di cose annunciato dagli oracoli profetici. Tutta la storia sacra fin qui vissuta, acquista il suo significato definitivo nelle decisioni che inizia a prendere Gesù, anche se ragazzo.

25 dicembre 2009

A tutti un caro ricordo e un augurio di buon Natale e di buone feste, affinchè, nella preghiera, possiamo aprire il nostro cuore e la nostra vita a questo Bambino che ancora nasce nella nostra quotidianità.

19 dicembre 2009

La semplicità dell'incontro


IV Domenica di Avvento (Lc. 1,39-48)

In questo brano del vangelo ci viene presentato l'incontro di Maria con la cugina Elisabetta. Due donne, due storie particolari, due destini uniti dalla volontà paterna di Dio. Maria ha appena ricevuto l'annuncio sconvolgente della sua prossima maternità divina; eppure, ci dice il vangelo, "raggiunse in fretta una città di Giuda". sente forte il bisogno di dare una mano all'anziana cugina che, altrimenti, da sola non ce la farebbe.
La cosa però che ci sorprende e un po' ci emoziona è la semplicità del rapporto umano che queste due donne vivono fra di loro. Maria vive in maniera straordinaria le vicende ordinarie della vita: quell'incontro non sarà stato il primo, eppure è stato vissuto in maniera del tutto nuova. Ciò è stato dato dal fatto che entrambe le cugine erano due persone nuove, traformate nel loro intimo. E la prova è l'elogio ultimo di Elisabetta a Maria: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore". Maria, come ciascuno di noi , ha l'occasione di fare questa rinnovata esperienza, nella misura in cui accoglie nel proprio cuore e nella propria vita la Parola di Dio: altro non è che permettere a Gesù di nascere nuovamente nella nostra esistenza.