Oggi, mercoledì delle Ceneri, ricorre il primo giorno di Quaresima, tempo favorevole e prezioso per riprendere in mano la propria vita e rileggerla alla luce del Vangelo.
Nella Bibbia, in molte pagine si parla della cenere cosparsa sul capo in segno penitenziale: ricordiamo la predicazione di Giona a Ninive dove, dal re all'ultimo suddito, viene ascoltato l'invito alla conversione predicato da Giona. Tutti vengono cosparsi di cenere sul capo (Gio. 3, 1-10).
Abbiamo il caso descritto nel libro di Giuditta, dove la popolazione di Gerusalemme, per scampare all'assalto babilonese, invoca l'aiuto di Dio vestendo di sacco e cospargendo di cenere il proprio capo (Gdt. 4, 1-15).
L'origine
del Mercoledì delle Ceneri è da ricercare nell'antica prassi penitenziale.
Originariamente il sacramento della penitenza non era celebrato secondo le
modalità attuali. Il liturgista Pelagio Visentin sottolinea che l'evoluzione
della disciplina penitenziale è triplice: "da una celebrazione pubblica ad
una celebrazione privata; da una riconciliazione con la Chiesa, concessa una
sola volta, ad una celebrazione frequente del sacramento, intesa come
aiuto-rimedio nella vita del penitente; da una espiazione, previa
all'assoluzione, prolungata e rigorosa, ad una soddisfazione, successiva
all'assoluzione".
La
celebrazione delle Ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della
penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza
dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì
santo. Nel tempo il gesto dell'imposizione delle ceneri si estende a tutti i
fedeli e la riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di
questo segno.
La
teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.
1
- Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo.
Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore,
io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il
limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione,
afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere"
(Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa
dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9;
Sir 17,27).
2
- Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del
proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il
Signore (troviamo gli esempi descritti all'inizio).
La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" e "Convertitevi, e credete al Vangelo".Il rito dell'imposizione delle ceneri, pur celebrato dopo l'omelia, sostituisce l'atto penitenziale della messa; inoltre può essere compiuto anche senza la messa attraverso questo schema celebrativo: canto di ingresso, colletta, letture proprie, omelia, imposizione delle ceneri, preghiera dei fedeli, benedizione solenne del tempo di quaresima, congedo.
La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" e "Convertitevi, e credete al Vangelo".Il rito dell'imposizione delle ceneri, pur celebrato dopo l'omelia, sostituisce l'atto penitenziale della messa; inoltre può essere compiuto anche senza la messa attraverso questo schema celebrativo: canto di ingresso, colletta, letture proprie, omelia, imposizione delle ceneri, preghiera dei fedeli, benedizione solenne del tempo di quaresima, congedo.