25 novembre 2019

AVVENTO 2019

 
L'Avvento è uno dei tempi forti, che ci prepara a vivere con consapevolezza e profondità il mistero del Natale. La Chiesa, nella sua multiforme sapienza, ha pensato questo tempo come ad un percorso pedagogico, che aiuti i cristiani a percorrere la propria interiorità, a fare luce nel proprio vissuto personale, a non aver paura di ciò che si può incontrare o scoprire. L'Avvento ci aiuta per così dire a "metterci a nudo" di fronte alla Parola di Dio e a noi stessi, a riconoscere luci e ombre e desiderare così che l'Incarnazione del Figlio di Dio, Gesù, l'Emmanuele, diventi in noi un faro di luce: aria nuova da respirare, grazia che scende dentro di noi, pace con noi stessi e con il prossimo.
Non è un tempo penitenziale, anche se il colore liturgico è violaceo; tuttavia è un invito alla riflessione sulla propria vita, per "fare il punto della situazione", affinché anima e cuore anelino sempre più a Cristo luce del mondo.
Auguro a tutti di poter vivere nel modo migliore questo tempo di grazia, che il Signore e la Chiesa ci offrono come segno del loro amore. 

28 ottobre 2019

Commento al Vangelo della XXX Domenica del Tempo Ordinario

Due persone, due mentalità diverse, due modi di vivere la fede: questi sono il fariseo e il pubblicano di cui ci parla Gesù. Entrambi si ritrovano a pregare davanti al Signore, ma le motivazioni che li spingono sono contrapposte.
Il fariseo si trova davanti, prega ringraziando Dio perché non è come gli altri; tiene un atteggiamento sostenuto «io so, io valgo, mi onoro di guardare dall’alto al basso gli altri e sono felice di esserne diverso».
Il pubblicano invece sa di non essere un buon ebreo, non ha il coraggio di andare davanti e sta in fondo al Tempio, sa che la categoria alla quale appartiene non è tra le più oneste, eppure la sua preghiera è sincera, rivolta al Signore per il suo stato personale: “Abbi pietà di me peccatore”.
L’errore che compie il fariseo è quello di lodare se stesso, attraverso una preghiera dissacrante che rivolge a Dio per disprezzare e giudicare il prossimo. Egli non apre la porta del cuore all’incontro con il Signore, ma rimane asserragliato sulle sue posizioni, in un monologo cinico e tenebroso.
Ciò che invece gioca a favore del pubblicano è che, nonostante i propri errori e peccati non rimane chiuso in sé, ma cerca in Dio la strada della sua redenzione e libertà; cerca ossigeno per la propria esistenza, capace di ridare valore e importanza ad una vita senza luce e senza via d’uscita. Dischiude la porta della sua vita riconoscendosi peccatore e bisognoso della misericordia divina.
Di quest’ultimo Gesù afferma che se ne tornò a casa “giustificato”, cioè capito e accolto da Dio, portandosi appresso una speranza e una fiducia nuove.
Vari sono i modelli che Gesù ci propone nel Vangelo: oggi ci pone di fronte il pubblicano. Il suo atteggiamento, l’analisi della sua vita e la successiva richiesta di perdono, diventino per ciascuno di noi impegno forte e costante nel riconoscerci fragili e bisognosi dell’aiuto del Signore, per fare della nostra vita un giardino di luce.

10 ottobre 2019

Il Tresto: casa della Madonna, casa della comunità

Domenica 13 ottobre si svolgerà la celebrazione d'inizio ministero al Tresto. Chiedo un ricordo nella preghiera, perché il mio servizio possa essere proficuo.

23 settembre 2019

Il Signore compie meraviglie, sempre!

Domenica 15 ottobre ho salutato le comunità che ho servito in questi quattro anni. È stata una giornata che non solo ha saputo stupirmi e meravigliarmi, ma è stato soprattutto un momento di grazia, in quanto il Signore mi ha fatto sperimentare la gioia del bene compiuto in mezzo ai fedeli.
Le attestazioni di riconoscenza sono state tante, i ringraziamenti molteplici.
A tutti, al sindaco e all'intera amministrazione, alle associazioni presenti sul territorio, ai fedeli, rinnovo il mio grazie, unitamente al ricordo nella preghiera.

18 giugno 2019

Aria di cambio

 
Carissimi amici, la foto pubblicata qui sopra è ripresa dall'album del mio ingresso nell'unità pastorale di Saletto (ora di Borgo Veneto) l'11 ottobre 2015.
L'ho postata perché, a distanza di quattro anni, i superiori mi hanno chiesto la disponibilità per uno tra i luoghi della bassa padovana più importanti e venerati: la parrocchia-santuario della Beata Vergine Maria del Tresto.  
Sarò il nuovo rettore del Santuario, con l'incarico anche di collaboratore parrocchiale. Il mio avvicendamento sarà dopo l'estate. Chi volesse, potrà venirmi a trovare nella casa di Maria dal prossimo autunno!
 


6 marzo 2019

Le Ceneri - la Quaresima

 
Oggi, mercoledì delle Ceneri, ricorre il primo giorno di Quaresima, tempo favorevole e prezioso per riprendere in mano la propria vita e rileggerla alla luce del Vangelo.
Nella Bibbia, in molte pagine si parla della cenere cosparsa sul capo in segno penitenziale: ricordiamo la predicazione di Giona a Ninive dove, dal re all'ultimo suddito, viene ascoltato l'invito alla conversione predicato da Giona. Tutti vengono cosparsi di cenere sul capo (Gio. 3, 1-10).
Abbiamo il caso descritto nel libro di Giuditta, dove la popolazione di Gerusalemme, per scampare all'assalto babilonese, invoca l'aiuto di Dio vestendo di sacco e cospargendo di cenere il proprio capo (Gdt. 4, 1-15).
L'origine del Mercoledì delle Ceneri è da ricercare nell'antica prassi penitenziale. Originariamente il sacramento della penitenza non era celebrato secondo le modalità attuali. Il liturgista Pelagio Visentin sottolinea che l'evoluzione della disciplina penitenziale è triplice: "da una celebrazione pubblica ad una celebrazione privata; da una riconciliazione con la Chiesa, concessa una sola volta, ad una celebrazione frequente del sacramento, intesa come aiuto-rimedio nella vita del penitente; da una espiazione, previa all'assoluzione, prolungata e rigorosa, ad una soddisfazione, successiva all'assoluzione".
La celebrazione delle Ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Nel tempo il gesto dell'imposizione delle ceneri si estende a tutti i fedeli e la riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di questo segno.
La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.
1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere" (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).
2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore (troviamo gli esempi descritti all'inizio).
La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" e "Convertitevi, e credete al Vangelo".Il rito dell'imposizione delle ceneri, pur celebrato dopo l'omelia, sostituisce l'atto penitenziale della messa; inoltre può essere compiuto anche senza la messa attraverso questo schema celebrativo: canto di ingresso, colletta, letture proprie, omelia, imposizione delle ceneri, preghiera dei fedeli, benedizione solenne del tempo di quaresima, congedo.
 

30 gennaio 2019

Presentazione al Tempio del Signore

 
Candelora è il nome con cui è popolarmente nota (ma nomi simili esistono anche in altre lingue) la festa della Presentazione al Tempio di Gesù (Lc 2,22-39), celebrata dalla Chiesa il 2 febbraio.
Nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.
Fino alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, e tuttora nella forma straordinaria del rito romano, la festa è chiamata Purificazione della Beata Vergine Maria.
 
Fondamento biblico
Secondo la legge di Mosè (Es 13, 2.11-16), ogni primogenito maschio del popolo ebraico era considerato offerto al Signore, ed era necessario che dopo la sua nascita i genitori lo riscattassero con l'offerta di un sacrificio. Inoltre, secondo la stessa legge di Mosè, una donna era considerata impura del sangue mestruale, indipendentemente dal fatto che il nuovo nato fosse il primogenito o no: l'impurità durava quaranta giorni se il figlio era maschio e sessantasei giorni se era una femmina (Lv 12,1-8). Per la combinazione dei due passi scritturistici, ai tempi di Gesù era previsto che quaranta giorni dopo la nascita avvenissero simultaneamente l'offerta del primogenito e la purificazione della madre, come in effetti Maria e Giuseppe fecero, secondo quanto narra il Vangelo di Luca (2,22-39). Da qui la festa del 2 febbraio, che cade quaranta giorni dopo il Natale.
 
Istituzione della festa
Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l'Epifania), e la prima testimonianza al riguardo ci è data da Egeria nella sua Peregrinatio (cap. 26). La denominazione di "Candelora", data popolarmente alla festa, deriva dalla somiglianza del rito del lucernario, di cui parla Egeria («Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima» Peregrinatio Aetheriae 24, 4), con le antiche fiaccolate rituali che già si facevano nei Lupercali, antichissima festività romana che si celebrava proprio a metà febbraio. La somiglianza tra questa festività pagana e quella cristiana non è solo nell'uso delle candele, ma soprattutto nell'idea della purificazione.
Durante il suo episcopato, papa Gelasio I (492-496) ottenne dal Senato l'abolizione dei pagani Lupercali, che furono sostituiti dalla festa cristiana della Candelora. Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano al 2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi. In Oriente si dà molto risalto all'incontro tra Gesù e il vecchio Simeone, e la festa ha infatti il nome di Hypapante (cioè "incontro").
In Occidente, invece, con il tempo la festa ha assunto carattere mariano, facendo prevalere l'aspetto della purificazione della madre su quello del riscatto del primogenito: per questo, prima della riforma liturgica avviata dal Concilio Vaticano II (e quindi ancora oggi per la forma straordinaria del rito romano), la festa era chiamata "Purificazione di Maria". La riforma liturgica ha voluto, invece, dare centralità a Cristo come primogenito del Padre e del nuovo Israele, rendendo così questa festa non più mariana, ma cristologica.
Il giorno successivo, il 3 febbraio, si celebra la memoria di san Biagio di Sebaste, nella quale è tradizione, in alcuni luoghi, compiere una benedizione della gola con le candele benedette il giorno precedente, poiché, tra i miracoli che sono stati attribuiti a questo santo, figura anche il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce; per questo motivo, nell'iconografia san Biagio viene spesso rappresentato con candele.

11 gennaio 2019

Buon anno a tutti!

Buongiorno a tutti. Desidero rivolgere a ciascun lettore un augurio per questo nuovo anno 2019.
Che sia un anno di impegno cristiano e umano, con la passione per ogni persona, immagine di Cristo.
Curiamo la nostra formazione umana e spirituale e sperimentiamo la gioia della testimonianza evangelica. Tanti auguri a tutti!