16 febbraio 2010

CENERI: cammino verso la misericordia


La celebrazione delle Ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza; costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di quei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo. Nel tempo il gesto dell'imposizione delle Ceneri si estende a tutti i fedeli e la riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di questo segno.
La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle Ceneri.
Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27).
Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: sono diventato polvere e cenere" (Gb 30,19).
In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).
Ma la Cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere" (Gio 3,5-9).
Anche Giuditta invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio, si cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore" (Gdt 4,11).
Le Ceneri esprimono un cammino che l’uomo è chiamato a fare; un ritorno a Dio, per imparare a conoscere se stesso e le persone che ha attorno.

10 febbraio 2010

La celebrazione della Quaresima oggi

L'evoluzione progressiva della quaresima, definita da alcuni studiosi "selvaggia", richiedeva un radicale rinnovamento. Fu così che il Concilio Vaticano II ha semplificato la struttura di questo tempo liturgico sovraccaricato dalle aggiunte pre-quaresimali.

La Costituzione conciliare sulla liturgia, Sacrosanctum Concilium, al n. 109 afferma:

Il duplice carattere del tempo quaresimale che, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione del battesimo e mediante la penitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale con l'ascolto più frequente della parola di Dio e con più intensa preghiera, sia posto in maggiore evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica. Perciò:

a) si utilizzino più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale e, se opportuno, se ne riprendano alcuni dalla tradizione antica;

b) lo stesso si dica degli elementi penitenziali. Quanto alla catechesi poi si imprima nell'animo dei fedeli , insieme con le conseguenze sociali del peccato, quell'aspetto proprio della penitenza che detesta il peccato in quanto è offesa a Dio; né si dimentichi la parte della chiesa nell'azione penitenziale e si solleciti la preghiera per i peccatori.

A tale dettato conciliare si è ispirato il rinnovamento del lezionario e del messale in riferimento alle celebrazioni quaresimali. Fedele a questo indirizzo, la riforma ha ridato alla quaresima prima di tutto il suo orientamento pasquale-battesimale; ne ha fissato il tempo con decorrenza dal Mercoledì delle ceneri fino alla messa "in Coena Domini" esclusa; per conservare l'unità interna ha ridotto il tempo della passione: solo la VI Domenica, la quale dà inizio alla settimana santa, viene chiamata "Domenica delle palme", "de passione Domini". In tal senso la settimana santa conclude la quaresima ed ha come scopo la venerazione della passione di Cristo a partire dal suo ingresso messianico a Gerusalemme.

Oltre alla ricchezza dei testi eucologici (colletta, orazione sulle offerte, prefazio, orazione dopo la comunione), nei formulari quaresimali riformati abbiamo una abbondanza di testi biblici. La celebrazione liturgica quaresimale, anche sotto il punto di vista tematico, pone l'accento principale sulla Domenica. Nelle cinque Domeniche precedenti la Domenica delle palme, il lezionario offre la possibilità di tre itinerari diversi e insieme complementari.

3 febbraio 2010

Quaresima e anno liturgico

L'anno liturgico è la celebrazione dell'opera di salvezza di Cristo che viene realizzata mediante una commemorazione sacra (o memoriale) in giorni determinati, nel corso dell'anno. La liturgia dilata, nel tempo degli uomini, il mistero della salvezza. La Chiesa, quindi, mediante la liturgia, continua ad attuare, nei suoi tempi e con i suoi riti, le azioni di salvezza operate da Gesù.
L'anno liturgico non è dunque una serie di idee o di feste, ma è una persona, Gesù Cristo, risorto, il cui dono di salvezza viene offerto e comunicato nei diversi aspetti sacramentali che caratterizzano lo svolgersi del calendario cristiano. L'amore di Dio per la salvezza dell'uomo viene così reso attuale nell'oggi della Chiesa e dell'umanità.
Centro e riferimento assoluto e indispensabile di tutto l'anno liturgico è quindi il mistero pasquale della passione, morte, risurrezione e ascensione del Signore Gesù.
I primi cristiani non conobbero altra festa liturgica che quella della domenica: il giorno della celebrazione del Cristo vivo. Per questo motivo la domenica è considerata la "festa primordiale". Solo dopo il II secolo si riscontrano testimonianze riguardanti la speciale celebrazione della risurrezione di Cristo in una Domenica prefissata.Tutto l'anno liturgico ruota dunque intorno alla celebrazione pasquale domenicale e annuale.
Pertanto la quaresima è quel tempo liturgico durante il quale il cristiano si dispone, attraverso un cammino di conversione e purificazione, a vivere in pienezza il mistero della risurrezione di Cristo nella sua memoria annuale.